23 maggio 2013

Il Venerdì del Libro - Almeno il cappello di Andrea Vitali


La piccola fanfara di Bellano, le aspirazioni e le ambizioni personali delle autorità e di un musicista dilettante, gli intrecci e gli intrighi della vita di paese.
Ad accogliere i viaggiatori che d’estate sbarcano sul molo di Bellano dal traghetto Savoia, c’è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l’intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi. Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d’accordo il podestà, il segretario comunale, il segretario della locale sezione del partito, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze può forse portare verso Bellano il ragionier Geminazzi, che vive sull’altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte e la numerosa prole. Almeno il cappello racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell’impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice.
Lo stile è quello di Vitali, inconfondibile... guarda ai suoi personaggi con distacco e ironia. I suoi scritti sono sempre piacevoli. Ma questa volta il romanzo è monco, non ti prende, la trama non regge. Troppi personaggi e poco approfonditi, avrei letto volentieri qualche pagina in più riguardo a Lindo Nasazzi e la sua " simpatica" consorte e avrei volentieri evitato certe lungaggini riguardo alle divise per la banda o agli strumenti...

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