30 maggio 2013

Il Venerdì del Libro - "Il vecchio e il mare" di Ernest Hemingway

Oggi partecipo al Venerdì del Libro con un grande classico di Hemingway ..... che però non posso dire sia entrato nella mia classifica di libri preferiti e soprattutto penso che non lo rileggerò.
Più che di un libro, dovremmo parlare di un racconto.
Si legge d'un fiato, sia per la struttura che per la trama, che si possono definire semplici, sia per la scrittura molto fluida, essenziale ed asciutta, senza fronzoli.
Diciamo che è tutto piuttosto pittoresco e particolare, a tratti appassionante e a tratti forse anche un po' ripetitivo.
Senz'altro commuovente, soprattutto la fine.
Il tutto si incentra sul tema dell'uomo che affronta il suo destino a costo della vita ed il filo conduttore è il continuo ricostruire la propria vita e ripartire con orgoglio, umiltà, coraggio, perseveranza, rispetto della natura e degli animali.
In sintesi questa la trama.
Dopo ottantaquattro giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla, il vecchio Santiago vive, nel suo villaggio e nei confronti di se stesso, la condizione di isolamento di chi è stato colpito da una maledizione.
Solo la solidarietà del giovanissimo Manolo e il mitico esempio di Joe Di Maggio, imbattibile giocatore di baseball, gli permetteranno di trovare la forza di riprendere il mare per una pesca che rinnova il suo apprendistato di pescatore e ne sigilla la simbolica iniziazione.
Nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei Caraibi, nella lotta, quasi letteralmente a mani nude, contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione sconfitta, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura e, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita.


23 maggio 2013

Il Venerdì del Libro - Almeno il cappello di Andrea Vitali


La piccola fanfara di Bellano, le aspirazioni e le ambizioni personali delle autorità e di un musicista dilettante, gli intrecci e gli intrighi della vita di paese.
Ad accogliere i viaggiatori che d’estate sbarcano sul molo di Bellano dal traghetto Savoia, c’è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l’intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi. Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d’accordo il podestà, il segretario comunale, il segretario della locale sezione del partito, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze può forse portare verso Bellano il ragionier Geminazzi, che vive sull’altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte e la numerosa prole. Almeno il cappello racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell’impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice.
Lo stile è quello di Vitali, inconfondibile... guarda ai suoi personaggi con distacco e ironia. I suoi scritti sono sempre piacevoli. Ma questa volta il romanzo è monco, non ti prende, la trama non regge. Troppi personaggi e poco approfonditi, avrei letto volentieri qualche pagina in più riguardo a Lindo Nasazzi e la sua " simpatica" consorte e avrei volentieri evitato certe lungaggini riguardo alle divise per la banda o agli strumenti...

16 maggio 2013

Solo es futbol!


C'è poco da dire di fronte a questa foto se non spiegare che, in Spagna, questa storia ha conquistato le copertine dei quotidiani sportivi.

Per una volta il protagonista della prima pagina del quotidiano spagnolo Marca non è Cristiano Ronaldo, o Josè Mourinho, ma il piccolo Alejandro di 5 anni. Il bimbo diventa autentico spot per il calcio visto che, in un periodo in cui si parla spesso e volentieri di cattivi esempio, razzismo e violenza, incarna il vero valore dello sport, quello di giocare e divertirsi.

Lo scatto ritrae Alejandro Rodriguez Macias intento a dividere i litiganti in mezzo al campo, l'allenatore avversario e l'arbitro dell'incontro tra bambini nella zona di Las Palmas, Gran Canaria. "Voglio soltanto continuare a giocare", ha detto il piccolo, il cui gesto, catturato dalla macchina fotografica di uno dei papà in tribuna, ha fatto il giro del mondo.

Un gesto che vale più di mille parole!

10 maggio 2013

Venerdì del Libro - Il libraio di Kabul di Seierstad Åsne

Il Libraio di Kabul è un bel libro scritto da una giornalista sul campo, che ha realmente vissuto con la famiglia protagonista di questo romanzo.
L'autrice è una giovane inviata norvegese che entra a Kabul al seguito delle truppe alleate e Sultan Khan è una delle prime persone che incontra. Il libraio è stato incarcerato per due volte in nome della libertà intellettuale e della dignità del suo paese.
Asne viene accolta in casa Khan e diventa per circa un anno "la figlia bionda" del libraio.
Ci racconta storie di libri salvati e squarci di vita quotidiana in Afghanistan attraverso amori proibiti, matrimoni combinati, crimini, punizioni, ma anche solidarietà e legami fortissimi.
Da testimone ci descrive la vita quotidiana di un nutrito gruppo di persone, comandate senza possibilità di appello dal capofamiglia Sultan. Ogni capitolo è dedicato ad un componente della famiglia, ci racconta la sua storia, descrive i suoi sogni ed i rapporti con gli altri parenti. Tutto questo sempre e solo descrivendo, senza lasciar trasparire, se non velatamente, la sua opinione.
Sta a noi trarre le conclusioni e spesso arrabbiarci o stupirci per determinate dinamiche familiari, per la condizione della donna o per il trattamento riservato ai bambini.
A parte le vicende politiche che vengono narrate, rimangono impressi gli usi che ci sono nell'interazione e nei ruoli svolti dai due sessi in ambito casalingo.
La lettura di questa storia mi ha fatto meditare e riflettere sia sul significato di libertà, che cambia molto da posto a posto, da Paese a Paese, da persona a persona.
Ma soprattutto mi ha fatto pensare alla situazione della donna.
Sembrerà retorico ma per noi occidentali la parola libertà ha un'accezione completamente diversa rispetto a quella che hanno per esempio in Afghanistan.
E' un romanzo che si legge con fluidità, un bell'affresco di vita reale dell'Afghanistan del ventunesimo secolo.


La copertina del libro

L'autrice, "la figlia bionda" del libraio