13 settembre 2012

Trent'anni senza Grace

Un incidente in auto la sera del 13 settembre 1982 mette la parola fine alla favola della principessa che ha incantato il mondo. E trasformato il Principato di Monaco nel regno più glamour del '900. Grace Kelly sta percorrendo con la figlia minore Stephanie la strada per Turbia, poco lontano dal Principato di Monaco. Contrariamente al solito, invece di farsi accompagnare dall'autista ha deciso di guidare personalmente la sua Rover verde metallizzata. Proprio quando sta per affrontare la curva chiamata "gomito del Diavolo" un malore le fa perdere il controllo dell'auto. All'arrivo dei soccorsi, la principessa è già in coma, mentre Stephanie, sotto choc, riporta solo lievi ferite. All'ospedalele riscontano due emorragie cerebrali: la prima lieve, la seconda fatale. Grace muore quella sera stessa, alle 22.15. L'annuncio ufficiale viene dato poi il giorno dopo, il 14 settembre.
Che cosa resta di Grace, trent'anni dopo? Moltissimo.
La Kelly, borsa icona di stile evergreen (firmato Hermès), e lo charme inimitabile della diva dagli “occhi di acquamarina” come notarono a Hollywood, tanto per cominciare. Grace, nata nell'anno del grande crack di Wall Street, il 1929, dopo una fulminea carriera di attrice che le aveva regalato anche un Oscar, aveva sposato il principe Ranieri di Monaco. E la favola della ragazza per bene, nata da una famiglia di irlandesi tenaci, cocciuti e desiderosi di costruirsi un futuro solido e prospero sotto la bandiera a stelle e strisce, divenne così la favola rosa della prima principessa glamour, mediatica. Già, prima di Diana c'è stata lei, Grace. E prima di Rania, Letizia e Kate, c'è stata ancora lei. È vero che Grace ha lasciato il suo profumo di donna-regina di stile. I suoi tailleur color pastello, i suoi abiti da sera sontuosi come quelli di una regina e al tempo stesso soavi come quelli di una fata. La moda di acconciare i capelli biondi con morbide onde ad accarezzare la nuca e poi quella del taglio artichocke, alla lettera come un carciofo.
Ma più di ogni altra cosa Grace ha lasciato un modo nuovo di intendere il suo ruolo principesco. Così come un secolo prima a Londra, il principe Alberto adorato sposo della giovane regina Vittoria, era riuscito a reinventare il ruolo di principe consorte, dedicandosi con passione alla promozione delle arti e impegnandosi per uno slancio culturale dell'Impero britannico, così la bionda Grace riuscì a delineare un ruolo del tutto inedito per le principesse del Novecento. Un modello vincente ancora adesso che abbiamo abbondantemente passato la boa degli anni Dieci del Duemila. Prima di Grace una vita a palazzo era una girandola di balli, ricevimenti e battesimi (degli eredi). E poco altro. Dopo di lei nulla sarebbe più stato come prima. Grace era cresciuta in una famiglia troppo determinata e impegnata (il padre già campione sportivo fu poi un grande costruttore animato da una forte passione politica per il partito democratico) per accettare un ruolo da bella statuina. E poco altro. Così negli anni che visse alla Rocca di Monaco, dal piccolo studio in cima alla torre del palazzo che è stato poi ereditato dal figlio Alberto, ha seguito con passione e indirizzato con determinazione, la vita politica e amministrativa del piccolo regno.
“Mio padre (Ranieri) le chiedeva sempre consiglio”, ha detto il figlio Alberto, “perché lei era sensibilità e buon senso”. Così ci fu lei, con la sua abilità diplomatica e il suo intuito politico, dietro alla soluzione della pesantissima crisi del 1962 quando la Francia del generale De Gaulle preoccupata dalla fuga di patrimoni verso i confini a fiscalità “dolce” del Principato, cinse Monaco in una sorta di cintura di sicurezza che in pochi mesi rischiò di mettere in ginocchio il turismo e tutto il suo indotto economico del Principato. Sarà la storia che racconterà il film hollywoodiano per il quale è stata scelta Nicole Kidman a vestire i panni di Grace. Un film low cost (come il Discorso del re con Colin Firth), ma che promette di accendere nuovamente in riflettori su quest'icona senza tempo. E la battaglia con De Gaulle non fu l'unica dimostrazione dei nervi d'acciaio, del fiuto politico e dell'abilità negoziale di una donna che a Hollywood avevano imparato a rispettare conquistati dall'aplomb regale che sapeva trasmettere. Fu merito ancora di Grace, se anche il duello di Ranieri con Aristotele Onassis che sognava di scalare la Societé des bains de mer (la cassaforte turistica del principato), si risolse con la vittoria del principe.
Che cosa resta insomma di Grace tre decenni dopo quel maledetto 13 settembre 1982 quando la sua auto rotolò giù dalle alture di Roc Agel (la tenuta di campagna dei Grimaldi)? I suoi funerali furono seguiti da 100 milioni di telespettatori in tutto il mondo, un lutto corale che si spiega soltanto con l'irresistibile seduzione mediatica che riuscì a esercitare. Una prova? Persino l'algido premier Mario Monti, ha confessato un debole per la bionda Grace. Trent'anni dopo resta insomma molto di più del suo sorriso, della sua bellezza soave e delicata. Resta l'impronta indelebile di una principessa contemporanea. La prima, il prototipo. Ancora inimitabile. Diana, Rania, Letizia, Kate e Charlène (la nuova princesse de Monaco) per ora sono solo buone imitazioni.









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